Tanti anni fa' nasceva una sirena, una regina di nome Partenope, da questa Sirena prese vita una Città che con il tempo e diventata la più bella del mondo, questa città ora si chiama Napoli... I suoi abitanti detti Partenopei o Napoletani sono molto generosi, hanno un cuore d'oro, non si arrendono mai, proprio come la loro madre Partenope, Napoli e Poesia, Musica, Parole, Speranza, basta ascoltare il silenzio del mare per capire quando il cuore e pronto ad amare chi non ama il sole che illumina la via dell'anima, Napoli fa crescere più di quando s'immagina un volo di un Gabbiano...
Una pioggia aiuta un prato a far crescere fiori bellissimi, Rose che nascono dal profondo del Terreno, Napoli e passione per chi in una poesia esprime un pensiero pieno d'Amore.... (By Peppe Ciotola)
lunedì 25 settembre 2017
Partenope
venerdì 22 settembre 2017
Alfa Romeo 147 la Bellezza Sportiva
L'Alfa Romeo 147 nasce nello Stabilimento Gian Battista Vigo a Pomigliano D'Arco (Na) nel 2000 dal Progetto 937 sulla piattaforma Compact 2 del gruppo Fiat (FCA), su questa piattaforma prima della 147 nascono Fiat Bravo/a - Fiat Marea Berlina e Wekeend - Alfa Romeo 156 Berlina e SportWagon... la 147 fin da subito e stata vista più blasonata in confronto alle sue progenitrici 145/146 che va a sostituire.... nel 2001 alla Alfa Romeo 147 viene assegnato il titolo di "Car of the Year 2001" uno dei più importanti titoli che un auto potesse ricevere, le rivali erano,
Audi A3
BMW Serie 1
Honda Civic
Lancia Delta
Volkswagen Golf
Volvo C30. Le concorrenti più dirette per stile e blasone erano la Audi A3 e la Bmw serie 1, la Sorella Lancia Delta con la 147 condivideva solo gran parte meccanica.... la 147 nel 2004 subisce un Restyling che s'incentra sull'anteriore, nel posteriore cambia il portellone con fanali allungati e cambia il paraurti, ora più classico... il Design della Alfa Romeo 147 e firmato da Walter de silva e Wolfgang Egger che in quel periodo lavoravano per il centro stile Alfa Romeo... L'Alfa Romeo 147 viene sostituita nel 2010 dalla Alfa Romeo Giulietta che della 147 non ereditiera niente... per la Giulietta viene scelto di partire da zero.... (By Alfa Romeo -Passione Pura)
giovedì 21 settembre 2017
Innocenti
Stato : Italia
Fondazione 1933 a Milano
Fondata da Ferdinando Innocenti
Chiusura settore scooter (autonomia societaria) 1971, produzione auto a Milano 1993, utilizzo marchio 1997, settore meccanico tuttora operante come spin off.
Sede principale Milano
Gruppo British Leyland, poi De Tomaso, infine FIAT (FCA) (FiaChryslerAutomobiles)
Settore Metalmeccanica
Prodotti
Componenti meccaniche
Scooter
Automobili
La Innocenti è una delle più note aziende meccaniche italiane, fondata a Milano dall'imprenditore toscano Ferdinando Innocenti nel 1933.
Storia dell'azienda
Gli inizi :
Fernandino Innocenti, ex fabbro originario di Pescia, in provincia di Pistoia, fin da giovanissimo fondò imprese che portavano il suo nome. Dal piccolo commercio, passò poi alle costruzioni meccaniche, con il brevetto del Tubo Innocenti, ovvero gli snodi da impalcature che ancor oggi vengono comunemente utilizzati.
I successi dell'Innocenti si concentrarono negli anni di maggior splendore nella Lambretta, grande concorrente dello scooter di maggior successo dell'epoca, la Vespa, e nella produzione automobilistica con la grande famiglia delle Mini.
Le attività di produzione erano concentrate sin dal 1933 nello stabilimento di Lambrate, quartiere della periferia est di Milano. Esistevano filiali in varie parti del mondo, e persino una sorta di joint venture siderurgica in Sud America (Siderurgica del Orinoco, S.A.).
Costituita la ditta nei tre rami principali, fino agli anni settanta ricordiamo le attività nella meccanica (costruzioni di presse e sistemi di produzione), nella fabbricazione di motocicli (la Lambretta che, nelle sue varie evoluzioni, dalla classica Lambretta al Lambro al moderno Lui, negli anni sessanta con la Vespa motorizzò l'Italia) e di automobili, principalmente su licenza della British Motor Corporation.
Alla morte di Ferdinando Innocenti, nel 1966, l'azienda passa di mano al figlio ing. Luigi, che di lì a poco, all'inizio degli anni settanta separa le tre divisioni e vende la meccanica alla Santeustachio dell'IRI (formerà la INNSE Innocenti Santeustachio di Lambrate).
La produzione delle Lambrette, che fino a quel momento aveva riscosso un notevole successo in patria, viene spostata dapprima in Spagna e poi in India, e la gestione demandata al governo Indiano tramite uno stabilimento di Stato (la SIL - Scooters of India Limited, con sede a Lucknow, detiene tuttora i diritti sul marchio "Lambretta" pur avendone cessato la produzione da tempo).
Le prime auto:
La prima autovettura Innocenti: l'edizione montata in Italia dell'inglese Austin A40, presentata ufficialmente il 21 ottobre del 1960
Travagliata fu la sua storia nel settore dell'auto. L'Innocenti si affaccia timidamente all'inizio degli anni '60 nel settore tradizionalmente dominato in Italia da FIAT, e da produttori medio grandi e con marchi conosciuti quali: Lancia e Alfa Romeo (allora indipendenti).
L'attività inizia nell'autunno del 1960 con il montaggio dell'Innocenti A40, ossia l'Austin A40 inglese assemblata su licenza in Italia con carrozzerie stampate a Milano. La prima presentazione "ufficiale" in Italia della A40 reca la data del 21 ottobre 1960. L'avventura prosegue con lo stesso schema con la lussuosa berlina 4 porte IM3 la J4 e la I5, varianti più economiche della prima, che conoscono un discreto successo di mercato. La prima macchina di idea lambratese è la Innocenti 950 Spider, una piccola cabrio di impronta sportiva caratterizzata da una carrozzeria progettata in Italia, dalla Ghia, costruita a Lambrate e montata su organi meccanici inglesi (Austin Healey Sprite): questo piccolo e grazioso spider viene presentato, assieme alla berlina A40, al Salone dell'Automobile di Torino nell'autunno 1960. Sarà seguito dalla versione coupé con motore 1.100 prodotta in meno di 1000 esemplari.
Una coupé più grande, con motore Ferrari, una piccola utilitaria che prefigurerà le linee delle ultime Mini e un piccolo veicolo commerciale rimangono solo progetti dei tecnici di Lambrate. A metà anni '60 il boom automobilistico dell'Innocenti coincide proprio con la commercializzazione della Mini (Mini Minor). Fabbricata su licenza della British Motor Corporation, con scocche stampate in Italia e meccanica proveniente dall'Inghilterra, la Mini viene costantemente aggiornata e migliorata, anche rispetto alla versione originale inglese, per l'esigente pubblico italiano (finiture più lussuose), il che porta a farne una vettura trendy, di successo e dalle indiscusse velleità sportive nelle versioni Cooper. Costruita in varie serie e modelli (MK 2, MK 3, TRAVELLER), alcuni peculiari Innocenti, come la versione di prestigio della Mini 1000, la raffinata Mini 1001 del 1972, con particolari interni in vero legno, moquette e particolari esterni cromati, che non trovano corrispondenti nelle versioni inglesi. Montata nei vari anni di produzione con motori di 0.85, 1 ed 1.3 litri rimane in listino fino al 1975.
La Mini Bertone :
La Mini Innocenti di Bertone
Nel contempo la British Leyland rileva completamente il settore auto dell'Innocenti, costituendo a Lambrate il centro di smistamento dei veicoli del gruppo British Leyland diretti in Europa, e facendo nascere il nuovo marchio Leyland Innocenti. Durante questo periodo debuttano la Regent (Austin Allegro montata su licenza in Italia), e la seconda auto pensata autonomamente dalla Innocenti: la Mini 90 o Mini 120 (a seconda delle motorizzazioni). In realtà questa vettura è una evoluzione a 3 porte della Mini classica, monta quasi invariati tutti gli organi della Mini inglese, ma con una carrozzeria completamente rinnovata, personale e moderna, opera del carrozziere – stilista Nuccio Bertone, con il primato dei "5 posti in 3 metri".
Nel 1976 la Leyland inglese, in grave crisi, decide di dismettere lo stabilimento di Lambrate. Dopo vertenze, trattative e scontri tra le maestranze, il Governo e i sindacati, è Alejandro De Tomaso, insieme alla GEPI, a rilevare stabilimenti e marchio. Con De Tomaso vengono rimesse subito in produzione le Mini di Bertone, dapprima con la vecchia tecnologia inglese, nelle versioni 90, 120 e De Tomaso (120 con caratterizzazione sportiva), poi ampliando la gamma di 90 e 120 con livelli di finitura diversificati (base, L, SL).
Nel 1980 arriva la Mille, primo restyling della Mini Bertone e prima utilitaria italiana con gli alzacristalli elettrici di serie.
A partire dal 1982, si procede ad un ulteriore lieve ritocco estetico delle Mini Bertone, cui corrisponde un sostanziale rinnovamento del sottopelle. Motori, cambi e sospensioni (i vecchi organi di fornitura inglese) vengono rinnovati con moderni motori e cambi a 5 marce forniti dalla Daihatsu giapponese e sospensioni completamente italiane (di ispirazione Fiat 127). Molto caratteristici i nuovi motori a tre cilindri che accompagnano, da qui al 1993 le piccole Innocenti, affiancati, per un breve periodo, anche da un tecnologico e scattante 617 cm³ due cilindri per la "650", che è stata la prima utilitaria del segmento A con cambio a cinque velocità. Nasce così la 3 Cilindri, poi rinominata MINITRE, in diverse versioni ed allestimenti e perfino, nel 1986, la versione più lunga e spaziosa "990" di cui fu anche prevista una versione a 4 porte, mai entrata in produzione. Memorabili le versioni Matic, con cambio automatico, la Turbo De Tomaso, con uno scattante motore sovralimentato da un litro, e la versione della 990 SE, unica nel panorama delle utilitarie del 1986, con l'aria condizionata (derivata dall'impianto "Autoclima" montato sulla Maserati Biturbo).
Nel 1988 e fino a quasi tutto il 1989, ad una nuova versione della Mini, la neonata Innocenti 500, va il merito (avendo riscosso un discreto successo commerciale) di aver portato in attivo i bilanci della casa milanese. Disponibile in due livelli di allestimento L ed LS, ha un nuovo motore Daihatsu di 548 cm³, tre cilindri e cinque marce senza contoalberi di bilanciamento, scattante ed economico.
Nel 1990, in forte crisi per le perdite legate al marchio Maserati, De Tomaso inizia a passare quote dell'Innocenti e poi di Maserati a FIAT, che ne diviene ben presto proprietaria di entrambe le case al 100%. All'atto della transizione verso la Fiat nascono varie versioni speciali della Mini, ora rinominata Small 500 e Small 990. In particolare, la 990 può essere disponibile con interni in prestigioso velluto spigato Missoni oltre che con il tetto apribile, e la Small 500 con carrozzeria nera e vivace tappezzeria color Arancio.
Il canto del cigno per la Mini Innocenti sono le versioni catalizzate delle sopracitate Small, insieme a un'ulteriore versione speciale numerata (con portachiavi in argento e pergamena) la Innocenti Small 500 SE (su carrozzeria 990), con la quale si chiuse definitivamente la produzione della piccola utilitaria milanese.
La fine e le sedi storiche:
Contemporaneamente all'uscita di scena della Mini Bertone nel 1993, viene chiuso definitivamente lo stabilimento Innocenti di Lambrate, che si era occupato in parte dal 1991 del montaggio di alcuni esemplari della Fiat Panda.
Dal 1993 e fino al 1997 il marchio Innocenti sopravvive solamente per la commercializzazione di veicoli di origine Fiat - Piaggio fabbricati all'estero e rimarcati Innocenti: Innocenti Koral, anche cabriolet, fabbricate in Serbia, Innocenti Mille ed Innocenti Elba fabbricate in Brasile, Innocenti Mille Clip fabbricate in Polonia e le versioni passeggeri del Piaggio Porter, 4 e 6 posti, denominato con il nome di Innocenti Porter.
Gli stabilimenti Innocenti di Lambrate sono stati in gran parte abbattuti, e sull'area è ora in costruzione un nuovo quartiere residenziale. È sopravvissuta la palazzina uffici della Innocenti Commerciale di via Pitteri - trasformata in residenza sanitaria assistenziale per anziani, oltre alla palazzina uffici ex Centro Studi di Via Rubattino, utilizzato come magazzino. Resiste anche - unico dell'area produttiva - il cosiddetto "Palazzo di Cristallo". Questi edifici, particolari per design e storia, sono al centro di una controversia fra fautori della demolizione per nuovi appalti, e chi vorrebbe preservare almeno la parte più importante della memoria industriale, per non ripetere l'errore compiuto col Portello, nel caso Alfa Romeo.
Dal 1980, con De Tomaso, nell'impianto lambratese furono anche prodotti i modelli "Quattroporte" e tutta la serie "Biturbo" della Maserati, e in joint venture perfino delle vetture Chrysler, "firmate" con il tridente per il mercato nordamericano come la Chrysler Turbo Convertible. Vi furono anche assemblate parti meccaniche Moto Guzzi.
Il marchio ai giorni nostri:
Dal 1997, con l'uscita di scena di tutti i modelli della gamma, il marchio - oggi di proprietà del Gruppo FCA - non è più stato utilizzato.
Le prime voci circa una sua "rinascita" avvengono nel 2008, a distanza di oltre dieci anni di silenzio, nel corso di un congresso svoltosi a Torino, durante il quale Sergio Marchionne espresse l'intenzione del Lingotto di realizzare una vettura low cost, sulla falsariga di quanto fatto da Renault con la Logan nel 2005, proposta con il marchio rumeno Dacia, che riscontrò un buon successo di vendite. Pertanto, data la presenza nel Gruppo Fiat dei marchi Autobianchi e Innocenti, da tempo inutilizzati, secondo alcune prime indiscrezioni si ventila l'ipotesi della riesumazione dell'Autobianchi, ma in seguito si propende per Innocenti, marchio improntato negli ultimi anni di esistenza su vetture a basso costo.
Nel 2009, torna in auge la proposta: sul mensile "Cambio - Panoramauto" escono i primi bozzetti di un'auto che viene presentata con il codice di progetto "326" e designata quale erede della Fiat Palio che, al momento del lancio (anno 1996), fino all'ultimo la dirigenza era indecisa se lanciare proprio con il marchio Innocenti come sostituta, a sua volta, della Fiat Uno/Innocenti Mille, per poi invece virare sul marchio Fiat, più conosciuto oltreconfine. A febbraio 2013 Sergio Marchionne torna a riproporre per l'ultima volta l'idea, ma anche in questa occasione senza ulteriori sviluppi di natura commerciale.
FCA Alfa Romeo - Passione Pura
FCA Alfa Romeo - Passione Pura e una pagina Facebook nata dalla passione per Alfa Romeo, difatti in un primo momento si chiamava Alfa Romeo - Passione Pura per poi chiamarsi FCA Alfa Romeo - Passione Pura.... Questa pagina non si chama FCA Alfa Romeo - Passione Pura perché Alfa Romeo fa parte del Gruppo FCA, ma per il semplice fatto che si parla di tutto ciò che riguarda il mondo FCA... Il marchio principale della pagina resta sempre ed esclusivamente Alfa Romeo. FCA Alfa Romeo - Passione Pura e una pagina creata da un unico Admin "Peppe Ciotola", Questa pagina giorno per giorno acquisisce sempre più Fan per il semplice fatto che l'Admin Peppe Ciotola e una persona seria che pubblica solo notizie veritiere.... FCA Alfa Romeo - Passione Pura i questi 6 anni ha creato un'immagine di passione per il Gruppo FCA, anche per i modelli Americani del Gruppo come Chrysler - Dodge - Jeep - Mopar - SRT - Ram questi 6 marchi sono molto importanti per il Gruppo FCA ed FCA Alfa Romeo - Passione Pura e contenta di parlarne e pubblicare foto di questi marchi Americani di FCA..... la Pagina e piu' incentrata su Alfa Romeo come potete vedere, non a caso si parla spesso del Biscione Alfa Romeo....
De Soto un marchio Americano nato nel 1928 e dismesso nel 1961
Stato: Stati Uniti
Fondazione 1928
Fondata da Walter Chrysler
Dismessa nel 1961
Sede principale Detroit
Gruppo FCA (FiaChryslerAutomobiles)
Prodotti Autovetture e Autocarri
DeSoto è stato un marchio automobilistico statunitense attivo tra il 1928 e il 1961 che faceva parte del gruppo Chrysler.
Il nome del marchio automobilistico derivava dal navigatore e conquistador spagnolo Hernando de Soto, la cui immagine stilizzata compariva anche sulle vetture. Il marchio DeSoto fu ufficialmente soppresso il 30 novembre 1960 dopo oltre due milioni di vetture vendute[1]. Vetture DeSoto continuarono ad essere commercializzate anche l'anno successivo per esaurire le scorte di magazzino.
Storia :
La DeSoto fu fondata da Walter Chrysler il 4 agosto 1928 per contrastare i modelli di prezzo medio dei rivali, cioè General Motors, Studebaker e Willys-Knight. Poco dopo che la DeSoto fu introdotta, Chrysler completò i suoi piani di acquisto con l'acquisizione della Dodge, dando così al gruppo ben due marchi che vendevano vetture di prezzo medio.
Inizialmente la strategia di possedere due marchi automobilistici che si rivolgevano allo stesso tipo di mercato fu di successo, con la DeSoto collocata appena al di sotto della Dodge. Nonostante la crisi economica dell’epoca, le vendite della DeSoto all'inizio andarono bene, tanto che superarono nel 1932 quelle della Dodge di 25.000 unità.
Nel 1933 la Chrysler invertì la posizione nel mercato dei due marchi con la speranza di risollevare le vendite della Dodge. A seguito dello spostamento della collocazione di mercato verso una tipologia di vettura di più alta gamma, i corpi vettura dei modelli DeSoto vennero disegnati in modo tale da richiamare quelli della Chrysler Airflow del 1934, che aveva una linea decisamente aerodinamica, e dunque molto particolare. Purtroppo questo design, applicato ai telai più corti della DeSoto, fu un disastro, e fu molto impopolare tra i potenziali clienti.
Al contrario della Chrysler, che aveva modelli più tradizionali su cui ripiegare, la DeSoto fu penalizzata dalle linee della Airflow fino al 1935, quando fu lanciato sul mercato il modello Airstream. I modelli DeSoto che furono commercializzati dopo la Airstream, e fino al 1942, furono di successo, e tra quelli che precedettero la seconda guerra mondiale erano presenti delle vetture con caratteristiche particolari, come quelle che montavano fari a scomparsa.
1946-1960 :
Una DeSoto Firedome del 1959
Dopo il secondo conflitto mondiale, durante il quale furono applicate delle restrizioni alla produzione industriale che imposero la produzione bellica, la DeSoto tornò all'attività di fabbricazione di automobili per scopi civili. I modelli commercializzati nel 1946 furono gli stessi del 1942, ma a differenza di questi ultimi erano privi di fari a scomparsa, anche se erano dotati di parafanghi che si estendevano lungo quasi tutta la fiancata delle vetture. Quest'ultima peculiarità caratterizzava anche i modelli contemporanei della Chrysler.
Dal 1946 al 1952 la DeSoto commercializzò due modelli, la Deluxe e la Custom. Nel 1952 si aggiunse la Firedome con il suo motore hemi da 4526 cm³. Nel 1953 la DeSoto ritirò le denominazioni Deluxe e Custom chiamando le proprie auto con motore a sei cilindri “Powermaster”, e quelle ad otto cilindri “Firedome”.
All'apice del successo, i modelli DeSoto più celebri furono la Firesweep, la Firedome e la Fireflite. La Adventurer, introdotta nel 1956 come hard-top ad alte prestazioni, completò l'offerta della DeSoto. Quest'ultima era piuttosto simile alla Chrysler 300.
Nel 1955, unitamente a tutti i modelli Chrysler, le DeSoto vennero ridisegnate da Virgil Exner all'interno del programma stilistico "Forward Look". Le DeSoto ora avevano delle imponenti pinne posteriori sopra le quali erano installati tre fanali. Nel 1956, soprattutto grazie al restyling, le vendite per la DeSoto andarono molto bene. Nello stesso anno, una DeSoto fu la safety car della 500 Miglia di Indianapolis.
Nel 1957 furono operate due modifiche. La prima coinvolse la Firesweep, che fu installata su un telaio da 3.099 mm di marca Dodge. Su di esso erano montati anche dei parafanghi particolari, sempre del marchio appena citato. La Firedome, la Fireflite e la Adventurer furono montate invece sul telaio da 3.200 mm della Chrysler. I modelli si distinguevano inoltre per l'allestimento, per i paraurti (che potevano essere più o meno massicci), per la calandra, per le luci posteriori, per la scelta dei colori, per la strumentazione e per l'eventuale presenza di finiture esterne particolari.
A causa della crisi economica del 1958 le vendite di autovetture di medio prezzo calarono drasticamente, e quelle della DeSoto non furono da meno. Infatti, le vendite di vetture DeSoto nel 1958 scesero del 60% rispetto l'anno precedente, facendo diventare l'anno in questione il peggiore del marchio dal 1938. Il calo di vendite continuò anche nel 1959 ed il 1960. Durante quest'ultimo, in particolare, si vide un'ulteriore diminuzione del 40% rispetto all'anno precedente, che era già basso di vendite. A seguito di questa congiuntura iniziarono a circolare delle voci che riportavano la possibile chiusura del marchio DeSoto.
Il 1961, l'ultimo anno :
Nel 1961 le voci sulla soppressione del marchio DeSoto si fecero sempre più insistenti. Inoltre, con l'introduzione della Chrysler Newport, che era una vettura delle stesse dimensioni, del medesimo prezzo e del design simile a quello delle DeSoto, non ci furono quasi più dubbi sulla prossima chiusura del marchio.
Nel 1961 la DeSoto perse quasi definitivamente i suoi modelli, ricalcando quindi la storia della fine della Packard. Inoltre, come le ultime Packard, anche le DeSoto conclusive furono il frutto di un progetto discutibile. Gli ultimi esemplari condividevano il passo corto con la Chrysler Windsor ed avevano la calandra e le luci riviste. L'allestimento era però simile a quello delle Fireflite del 1960.
La decisione di sopprimere il marchio DeSoto fu annunciata il 30 novembre 1960. A quel tempo, i magazzini della Chrysler contenevano però componenti di vetture DeSoto per milioni di dollari, e così la compagnia aumentò gradualmente la commercializzazione per esaurire le scorte. I concessionari della Chrysler e della Plymouth, che furono obbligati a distribuire in franchising vetture DeSoto, non ricevettero nessun indennizzo per le vetture invendute del marchio. A peggiorare le cose vi fu anche il fatto che la Chrysler continuò ad inviare i modelli della gamma DeSoto ai concessionari, i quali, desiderosi di sbarazzarsene, furono costretti a venderli a prezzi stracciati, cioè in perdita. Dopo che i componenti in magazzino furono esauriti, le DeSoto furono sostituite dalla Chrysler Windsor.
Gli autocarri :
La Chrysler introdusse autocarri marcati DeSoto nel 1937 rifornendo un gran numero di punti vendita all'estero per i mezzi commerciali Dodge e Fargo, che erano costruiti negli Stati Uniti. Gli autocarri DeSoto erano dei veicoli Dodge rimarchiati tramite il badge engineering, ed erano fabbricati in Australia, Argentina, Spagna, Turchia e Regno Unito. In seguito la Chrysler terminò queste le operazioni nel mercato internazionale, anche se autocarri con marchio Fargo e DeSoto continuarono ad essere prodotti dalla Askam, in Turchia.
I modelli di autovettura prodotti:
DeSoto Adventurer (1956–1960)
DeSoto Airflow (1934–1936)
DeSoto Airstream (1935–1936)
DeSoto Custom (1946–1952)
DeSoto Diplomat (1946-1962: solo esportazione)
DeSoto Deluxe (1946–1952)
DeSoto Firedome (1952–1959)
DeSoto Fireflite (1955–1960)
DeSoto Firesweep (1957–1959)
DeSoto Powermaster (1953–1954)
DeSoto Suburban (1946-1954)
DeSoto CF-Series (1930–1932)
DeSoto CK-Series (1930)
DeSoto K-Series (1929–1930)
DeSoto S-Series (1931–1957)
La DeSoto sponsorizzò il quiz radiofonico, e poi televisivo, You Bet Your Life dal 1950 al 1958, dove il presentatore Groucho Marx promuoveva il prodotto raccomandando agli ascoltatori di visitare i concessionari DeSoto con la frase "tell 'em Groucho sent you" (“ditegli che vi manda Groucho”). Nella scenografia erano presenti i loghi Plymouth e DeSoto, che erano visibili per tutta la durata della trasmissione.
La popolare canzone di Cole Porter, "It's De-Lovely", con il permesso dell'autore, fu usata dalla DeSoto dal 1955 al 1957 per reclamizzare le proprie vetture. Lo slogan era "It's delovely, it's dynamic, it's DeSoto".
Le DeSoto nei Film:
Una DeSoto Airstream quattro porte berlina del compare nel film Il grande sonno.
Una DeSoto quattro porte berlina del 1940 è usata nel film della Troma Space Zombie Bingo. L'esemplare compare verso la fine della pellicola in un inseguimento.
Una DeSoto Custom del 1949 appare nel film Asfalto che scotta.
Una DeSoto Custom coupé del 1948 compare nel film Viale del tramonto '.
Una DeSoto Custom cabriolet del 1951 compare nel film Le feu aux poudres.
Una DeSoto Firedome del 1954 è guidata da Walter Matthau nel film Genio per amore.
Una DeSoto Fireflite cabriolet del 1956 compare nel film Le notti di Cabiria di Federico Fellini.
Una DeSoto Firedome del 1956 è guidata da James Stewart nel film La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock.
Una DeSoto Fireflite cabriolet del 1956 compare nel film La Vie à deux.
Una DeSoto Firesweep del 1959 compare nel film Interceptor - Il guerriero della strada.
Una DeSoto Firesweep cabriolet 1959 appare nel film Mystery Date.
Una DeSoto Fireflite cabriolet del 1959 compare nel film Il letto racconta, guidata da Rock Hudson.
Una DeSoto quattro porte hard-top del 1961 compare nel film Mississippi Burning - Le radici dell'odio. Dalla vettura venne gettato per la strada un corpo.
Fumetti Modifica
Nel fumetto Piranha Club, Ernie Floyd guida una DeSoto Fireflite del 1957.
Nel fumetto Shoe, il protagonista Cosmo Fishhawk guida una DeSoto rosa del 1959.
Una DeSoto del 1960 è l'auto dei protagonisti del fumetto Sam & Max e dei relativi videogiochi (Sam & Max Hit the Road, Sam & Max Season One, Sam & Max Season Two e Sam & Max: Season Three).
Televisione Modifica
Una DeSoto Suburban blu del 1948 è l'auto di Howard Cunningham nel telefilm Happy Days.
Nella serie Sheriff of Cochise, John Bromfield guida una DeSoto familiare con vetri antiproiettile.
Nel telefilm Buffy l'ammazzavampiri, durante le stagioni 2 e 3, Spike guida una DeSoto del 1959.