La 164 è nata in seno all'Alfa Romeo dalla Pinifarina, che aveva già firmato altri progetti per diverse case automobilistiche.
Un cammino lungo, il cui seme è stato piantato nell’ottobre del 1981 con i disegni partiti dai primi figurini che Enrico Fumia (allora designer per la Pinifarina) aveva prodotto a casa sua e che seguivano i due progetti “154” e “156”.
Il primo era quello che doveva sostituire la Giulietta, il secondo la Alfetta (leggi la sua storia). Entrambi prevedevano l’adozione della trazione posteriore su di un pianale Alfa Romeo.
Il progetto “154” sembrava così innovativo che Alfa aveva deciso di abortire il “156” per concentrare tutti gli sforzi sul primo, rinominandolo “164”. Era il Novembre 1982. Per questo progetto l’Alfa, in forte crisi economica, decise di acquistare il pianale Tipo 4 da Fiat, lo stesso di Lancia Thema, Fiat Croma e Saab 9000, oltre al sistema di sospensioni proveniente dalla Lancia Beta.
Era stata quindi l’Alfa a scegliere la Trazione Anteriore non Fiat come tutti credono.... Un peccato di famiglia che non stravolse troppo Fumia il quale dette il via al progetto “164” dopo la definitiva approvazione da parte del presidente Alfa Romeo Ettore Massacesi, il 29 Settembre 1983.
Il motore trasversale della 164
I caratteristici fanali posteriori della Alfa Romeo 164 sono un tratto distintivo di design.
La realizzazione della Alfa Romeo 164 in casa Pinifarina fu caratterizzata da un rapporto spesso conflittuale con il progettista Fumia: diverse furono le correzioni in fase di progettazione a causa di soluzioni stilistiche ritenute troppo innovative per l’epoca.
Uno stile così impattante che rese la 164 riconoscibile ed apprezzata soprattutto al di fuori della sfera degli alfisti.
In effetti il motore sistemato trasversalmente come le comuni Fiat non apparteneva alla famiglia Alfa. Così come il blocco cambio-differenziale sotto il cofano che riconduceva alle prime Fiat a trazione anteriore. Inevitabilmente il pensiero che nasceva aprendo il cofano della 164 conduceva a soluzioni economiche, di ripiego. Così comuni e scontate da far quasi dimenticare di essere di fronte ad un’ammiraglia Alfa Romeo. Un peccato mai perdonato dai fedeli del marchio.
Eppure l’esordio, durante la presentazione, aveva generato giudizi lusinghieri da parte del vasto pubblico. Col senno di poi, forse, il merito di Enrico Fumia fu proprio quello di far dimenticare l’anima della Alfa Romeo 164. Soluzioni estetiche innovative, come la fascia posteriore del gruppo ottico delimitante lo “sguscio” intorno alla linea, segno grafico e funzionale che integrava anche le maniglie delle portiere.
Un fattore di stile così importante da diventare poi lo stilema di Marca per i successivi modelli Alfa Romeo 145/146, Alfa Romeo 155, Alfa Romeo Spider/GTV (916). Così come il cofano anteriore inglobante lo scudetto, che “scavava” il paraurti anteriore, altra soluzione che dette inizio ad una regola stilistica per molti modello al seguito. Il sapiente dosaggio delle cromature poste solo intorno al logo anteriore e nel perimetro dei vetri contribuì a rendere la Alfa Romeo 164 innovativa, tanto da far invecchiare in un solo colpo la sorella Lancia Thema, oggetto di orgoglio dell’industria automobilistica italiana.
Si cercò di lavorare molto anche dentro l’abitacolo: in tal senso il cruscotto della berlina milanese venne disegnato su linee semplici e quasi austere. Fin troppo scontato fu considerato il disegno del quadro strumenti dagli stessi progettisti per una berlina dalle velleità sportive, così come poco intuitivo l’utilizzo del gruppo di climatizzazione introdotto nel mobiletto centrale con pulsanti uguali ed allineati.
Moquette e tessuti resistenti all’usura caratterizzavano la qualità dei rivestimenti interni oltre ad un comfort acustico ai vertici per i canoni dell’epoca.
Alla guida le doti del bialbero twin-spark di provenienza Alfa Romeo 75 non tradivano affatto le aspettative prestazionali facendo assaporare la filosofia Alfa Romeo. Con i suoi 148 cavalli e un’accelerazione 0-100 Km/h in 9.2 sec, la 164 2.0, modello alla base della gamma, raggiungeva i 210 Km/h. La linea fortemente aerodinamica aiutava il bialbero nella velocità di punta.
Oggi la Alfa Romeo 164 stenta a farsi strada nei ricordi degli Alfisti puri nonostante la lusinghiera accoglienza che ebbe al suo esordio. Sergio Pinifarina, (con Enrico Fumia e Lorenzo Ramacciotti, accanto al modello definitivo nella “sala A" a Cambiano il 17 Giugno del 1983) esclamò: «È la più bella berlina che abbiamo disegnato!». Così bella che Enzo Ferrari ne volle una Rossa per sé.
Nata in Casa Alfa Romeo, presentata dietro la nuova proprietà Fiat, la 164 rimane il modello del pregiudizio. Un modello quindi non indifferente alle critiche e ai giudizi che funge da spartiacque tra chi dice si e chi dice no. Molto più della Alfasud che abbandonò il bialbero, e oggi viene accettata nel panorama delle Alfa d’epoca. Molto più della Alfa Romeo 155 nonostante i successi sportivi nella categoria “Gran Turismo”. Molto più dei modelli Alfa Romeo 145/146 ritenuti cloni della Fiat Tipo.
E chissà, adesso che Alfa Romeo tornata alla tradizionale Trazione Posteriore, se il futuro riserverà alla Alfa Romeo 164 il cammino della gloria nella storicità del marchio o se verrà definitivamente gettata all’angolo e ricordata solo come un “errore di percorso”. Chi vivrà vedrà cantava Rino Gaetano.
Francamente fu un bel passo avanti per l'immagine della ormai defunta anni 80 del marchio Alfa Romeo e passare da Alfa Romeo 6 ad Alfa Romeo 164. E il successo sul mercato lo dimostro'.
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