Il progetto dell'Alfa 156 risale al 1993, quando l'Alfa Romeo iniziò a pensare alla sostituta dell'Alfa 155, che doveva essere capace di esprimere tutto lo spirito Alfa Romeo e la sua tradizione dal cuore sportivo e dalla linea italiana.
Il nome in codice era "progetto 932", ma per gli uomini del Centro Stile di Arese fu subito Giulietta. Un nome evocativo e romantico che rispecchia l'atmosfera di grande passione per il marchio, che all'Alfa Romeo, forse più che in ogni altro centro creativo al mondo,
è una presenza quasi palpabile. Anche se poi la scelta è caduta sull'identificare la nuova
vettura con il numero 156 per esigenze di coerenza con il resto della gamma, l'appellativo Giulietta è il simbolo della volontà di ritornare alle origini per fare una "vera" Alfa Romeo.
Erano tre i disegni candidati. Uno da Pininfarina, uno da Italdesign ed uno del Centro Stile Alfa Romeo (condotta da Walter de' Silva). L'idea era quella di dare alla 156 la personalità che la
155 non aveva. Il disegno del Centro Stile di Arese ricordava tre storiche Alfa Romeo: la 1900, la Giulietta e la Giulia. "La 156 ha per noi un'importanza fondamentale, perché ci ha dato la possibilità di riaffermare
la tradizione che conoscevamo, di far emergere la grande cultura di prodotto che c'era all'Alfa Romeo, ma senza presunzioni, lo avevamo già annunciato con la concept car Nuvola, che era una sorta di manifesto, una dichiarazione di intenti e di tendenze"
disse Walter de' Silva, direttore del Centro Stile di Arese.
Quello della 156 si trattava di un progetto che si poneva su alti livelli produttivi:
110.000/115.000 unità l'anno destinate ai mercati di 48 paesi. A quel tempo l'Alfa Romeo era
in una situazione economica molto difficile, anche perchè si stava pensando alla sostituta della 164, la 166, che venne poi lanciata circa un anno dopo la 156, quando questa aveva già raggiunto un ottimo numero di vendite.
Fu il 9 ottobre 1997 quando l’Alfa Romeo iniziò una brillante riscossa, presentando alla stampa internazionale, a Lisbona, l'Alfa 156, con la quale si riappropria per intero della propria
tradizione e insieme del posto che gli compete nel ristretto cerchio dei costruttori di vetture sportive di prestigio.
Poco più di un mese dopo, il 27 novembre 1997, 56 giornalisti di 21 paesi europei elessero la
156 Auto dell'Anno 1998. Il premio più prestigioso della stampa automobilistica internazionale (premio al quale si aggiungeranno, in seguito, altri 35 riconoscimenti). La 156 è una vettura dall'impostazione assolutamente originale. La sua linea è forte e
muscolare, decisamente piantata sulla strada. Materiali speciali, come magnesio e leghe in alluminio, motori potenti e prestazionali, un sistema di sospensioni evolute, grande sicurezza attiva e passiva. Moltissimi sono i richiami ad elementi stilistici delle Alfa del passato come il frontale, caratterizzato da una sezione mediana del cofano fortemente angolata, culmina con
lo scudetto dell’Alfa, di grandi dimensioni ed annegato nel paraurti. Questo particolare ha determinato lo spostamento della targa sul lato Sinistro del frontale. Le maniglie delle porte anteriori in alluminio, la scelta di disporre le maniglie della porte posteriori non sulla fiancata
ma sul montante, che oltre a pulire la linea, conferiscono al modello un carattere da coupè,
per finire con una coda che ricorda nella convessità del bagagliaio quella della mitica Tz.
L'interno è un tripudio di richiami al passato, con gli strumenti a fondo grigio come la vecchia berlina 2000, i due grandi strumenti davanti al pilota e i tre piccoli sulla consolle centrale
orientati verso il posto guida, nonché il taglio del lunotto, sono chiari elementi di recupero del passato stilistico delle Alfa Giulietta e Alfa 1750.
lunedì 30 gennaio 2017
Alfa Romeo 156
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